27 Nov 2012
novembre 27, 2012

Depressione

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Psicologo Novara Borgomanero – Stefano Tacca

I Disturbi Depressivi Unipolari, conosciuti nel linguaggio comune come depressione, fanno parte dei Disturbi dell’Umore (DSM-IV).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO – World Health Organization) afferma che la depressione è il disturbo mentale in assoluto più diffuso al mondo, con 100 milioni di nuovi casi ogni anno.
Sempre secondo la WHO il 75% di queste persone non ricevono e non riceveranno le adeguate cure, ed entro il 2020 la depressione sarà la seconda malattia al mondo, preceduta solo dalla malattia cardiaca (Hartley, 1998).
Inoltre i pazienti affetti da questa patologia presentano un rischio di suicidio nel 15% dei casi (Rainone e Mancini, 2004).
La gravità del disturbo può avere varie sfumature, differenziandosi in: Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbo Distimico, Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato e Disturbo Depressivo Minore (DSM-IV).
Le manifestazioni possono andare da sintomi apparentemente lievi, come malumore diffuso, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione, scarsa energia, fino a forme invalidanti, in cui il soggetto vede compromessi gli ambiti principali della propria vita, arrivando a non riuscire a lavorare, studiare, avere relazioni affettive e sociali.
A causa della difficoltà del soggetto di discriminare i sintomi, che spesso vengono attribuiti a un periodo in cui le cose non vanno bene, sarebbe importante richiedere un aiuto specialistico prima che questi arrivino a essere invalidanti.

Il trattamento farmacologico è indubbiamente quello più diffuso e ritenuto efficace, con il ricorso a farmaci chiamati antidepressivi.
Nonostante la diffusione delle terapie farmacologiche, vi sono alcuni svantaggi non da poco: non tutti i pazienti rispondono agli antidepressivi, questi non sembrano avere efficacia nel prevenire il rischio di ricadute, sono sconsigliati per le forme lievi e in alcuni soggetti si presentano fastidiosi effetti collaterali.
Oltre alla terapia farmacologica, l’APA (American Psychiatric Association), la BAP (British Association of Psychopharmacology) e il Ministero della Salute Italiano hanno inserito nelle linee guida per il trattamento dei Disturbi Depressivi come metodo efficace la Psicoterapia.

Diversi studi controllati hanno indicato la Psicoterapia di tipo Cognitivo Comportamentale come una delle più efficaci nel trattamento della depressione (Galeazzi e Meazzini, 2003; Blackburn et al., 1981; Rush, Beck et al., 1977; Dobson, 1989; Williams, 1977; Fava et al., 1998; Shea et al., 1992 e molti altri).
L’efficacia è stata dimostrata sia per la fase acuta sia per la prevenzione di eventuali ricadute, rischio concreto in questo tipo di disturbi.
(QUI potete trovare uno dei numerosi articoli relativi alle prove d’efficacia della Terapia Cognitiva nel trattamento della Depressione).

Nel corso degli anni i vari approcci terapeutici cognitivi hanno sviluppato molti modelli di cura della depressione, sempre controllati da studi di efficacia.
Si va dagli approcci terapeutici definiti standard di Aaron Beck (TCC, Terapia Cognitivo Comportamentale o CBT, Cognitive Behavioral Therapy), fino ad arrivare alla Terapia Metacognitiva di Adrian Wells e agli approcci basati sulla Mindfulness (uno dei più conosciuti: MBCT, Mindfulness Based Cognitive Therapy di Segal, Williams e Teasdale) o la Terapia del Benessere di Giovanni Fava, solo per citarne alcuni.

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